Per oltre 15 anni ho viaggiato e vissuto in America Latina e avuto il piacere di conoscere decine di teatri italiani, diretti da persone meravigliose che hanno contribuito e contribuiscono con passione e competenza a far vivere l'amore per l'Italia. [...]

Vedi

Antonella Cavallari
Segretario Generale IILA
In qualità di Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale sono particolarmente lieto di formulare il mio saluto di prefazione a questa pubblicazione, anche in virtù delle mie specifiche deleghe [...]

Vedi

On. Giorgio Silli
Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
È per me un grande piacere introdurre il catalogo che raccoglie foto e materiale audiovisivo di un progetto pluriennale organizzato dall'IILA - Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana - in collaborazione e con il contributo [...]

Vedi

Luigi Maria Vignali
Direttore Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Il fenomeno dell'emigrazione italiana nel Continente Americano tra Otto e Novecento è abbastanza noto: una migrazione capillare, sistematica e continua di centinaia di uomini e donne alla ricerca di nuovi orizzonti, di nuove terre, di nuove opportunità. [...]

Vedi

María Margarita Segarra Lagunes
Curatrice della mostra


Antonella Cavallari

Segretario Generale IILA


Per oltre 15 anni ho viaggiato e vissuto in America Latina e avuto il piacere di conoscere decine di teatri italiani, diretti da persone meravigliose che hanno contribuito e contribuiscono con passione e competenza a far vivere l'amore per l'Italia. Il teatro Colón di Buenos Aires, il Teatro Municipal di San Paolo del Brasile, o ancora il Teatro Nacional di San José de Costa Rica, il Gran Teatro de L'Avana a Cuba o il Teatro Nacional di Città del Messico, oggi Palacio de Bellas Artes, sono solo alcuni degli edifici in cui la traccia del genio italiano rimane indelebile testimonianza.

Mi sono resa conto tuttavia che mancava una “foto di gruppo” di questi gioielli architettonici e che sarebbe stato opportuno divulgarne l'esistenza presso il grande pubblico, e l'IILA, la cui missione istituzionale è quella di alimentare il dialogo e la reciproca conoscenza fra l'Italia e l'America Latina, mi è sembrata un “fotografo” ideale. Abbiamo quindi trovato nell'Architetto María Margarita Segarra Lagunes, curatore della mostra, un'alleata formidabile, capace di tradurre un'idea in realtà, arricchendola attraverso una ricerca minuziosa in tutta l'America Latina delle tracce di artisti, architetti, ingegneri, artigiani, imprenditori italiani che hanno contribuito alla realizzazione degli edifici teatrali in America Latina.

E proprio le arti e l'architettura italiane sono il cuore di questa mostra affascinante, che propone un viaggio nel tempo, attraversando circa 150 anni, dall'Ottocento alla prima metà del Novecento, e nello spazio, passando per oltre 70 edifici teatrali ubicati in più di 50 città dell'America Latina.

Da questa accurata ricerca storica nascono non solo una mostra multimediale, articolata tematicamente e geograficamente, illustrata attraverso fotografie, visite virtuali, brevi testi e materiali grafici storici e attuali, ma anche un archivio digitale permanente, consultabile on-line, con le informazioni più rilevanti sui diversi teatri, un prezioso e unico “database” che ci consentirà di dar vita ad una rete che collegherà i teatri italiani facilitando anche la circuitazione di eventi culturali italiani di grande spessore e che costituisce un lascito permanente di questa iniziativa.

La mostra che abbiamo il piacere e l'onore di inaugurare nell'ambito della XI Conferenza Italia America Latina e Caraibi ci consente di apprezzare un'anteprima di questo lavoro certosino, che abbiamo l'ambizione di portare in tanti Paesi della Regione integrandola con nuovi elementi locali e adattandola ai vari contesti.

«Vissi d'Arte». Italia nei teatri dell'America Latina: il richiamo all'aria della Tosca rimanda al “contenuto” di questi meravigliosi “contenitori”. L'Opera, come la danza, la musica, il teatro, l'arte, è linguaggio universale che unisce e nutre, cementando relazioni antiche che devono continuare ad essere coltivate con cura e amore. Ringrazio il Direttore Generale Luigi Maria Vignali per aver immediatamente compreso lo spirito di questa nostra iniziativa e aver concesso il prezioso sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che lavora proprio per valorizzare l'enorme apporto degli italiani ai Paesi che li hanno accolti.

Concludo ringraziando la prestigiosa Accademia Nazionale di San Luca, le cui origini risalgono al XVI secolo, per aver ospitato questa mostra niente meno che sotto la ghirlanda del Borromini. “L'Accademia Nazionale di San Luca ha lo scopo di promuovere le arti e l'architettura, di onorare il merito di artisti e studiosi eleggendoli nel Corpo Accademico, di adoperarsi per la valorizzazione e la promozione delle arti e dell'architettura italiane” recita il primo articolo del suo Statuto Accademico: non potevamo sperare in una sede migliore per questo progetto.

Auguro a tutti un buon viaggio attraverso questi templi della cultura, metafora di un dialogo sempre vivo.

On. Giorgio Silli

Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale


In qualità di Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale sono particolarmente lieto di formulare il mio saluto di prefazione a questa pubblicazione, anche in virtù delle mie specifiche deleghe alle politiche per gli italiani nel mondo, alle questioni relative all'IILA - Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana e alle relazioni bilaterali con i Paesi dell'America Centrale e dei Caraibi.

Questo catalogo celebra ed esalta, come ben illustrato più avanti, le connessioni tra la tradizione latinoamericana e il “saper fare” italiano, personificato nell'operato di artigiani, architetti, artisti, ingegneri e imprenditori i quali, ognuno con il proprio apporto, hanno rappresentato, e tuttora rappresentano, dei veri e propri punti di riferimento dell'italianità nel mondo. Le loro attività si inscrivono nel solco del lungo percorso di storie di immigrazioni italiane nel Continente americano e giungono alle più recenti espressioni della società e della cultura dell'America Latina, nostro interlocutore autentico per condivisione di valori e interessi.

Volgendo lo sguardo alle priorità di quest'area, che da sempre si contraddistingue per il peso strategico che occupa nell'agenda della nostra politica estera in quanto partner storicamente privilegiato, la mostra si inserisce con perfetta armonia nel contesto della XI Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, in programma a Roma e fortemente voluta dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Onorevole Antonio Tajani. Sarà questa una cornice di dialogo politico multilaterale, solido, incisivo ed efficace; sarà l'occasione per contribuire al rafforzamento ulteriore dei rapporti con una parte del mondo con cui le tante affinità, sia sul piano istituzionale, che sotto il profilo storico, economico, culturale e delle relazioni tra le rispettive società civili, sono storicamente fortissime. Affinità di valori e di tradizioni, di sentire comune e di condivisioni, che affondano le radici nel passato dei nostri popoli, legati da profondi vincoli di amicizia e collaborazione, che anche questa raccolta testimonia in modo emblematico.

Il nostro Governo, e in particolare la Farnesina, sono fortemente impegnati in questo percorso di potenziamento delle nostre relazioni con la regione latinoamericana, nell'ottica di un confronto costante e costruttivo tra tutti i Paesi Membri, con l'obiettivo di una crescita comune e mutuamente vantaggiosa. L'Italia si adopera anche per incentivare e sostenere un solido impegno da parte dell'Unione Europea nella cooperazione bi-regionale tra quest'ultima, l'America Latina e i Caraibi. In questo contesto, mi preme ricordare come i tantissimi italiani e italo-discendenti presenti in America Latina siano un elemento di forza e di traino nei rapporti tra i nostri Paesi, essendo promotori di sviluppo di numerose e dinamiche comunità latinoamericane in Italia e italiane in America Latina.

Un ringraziamento va all'IILA per contribuire con tenacia e costanza a mantenere sempre vivo il dialogo tra le nostre realtà, quella dell'America Latina e quella italiana, sia sul piano multilaterale che attraverso fitte interlocuzioni con i singoli Paesi Membri. Ho quindi particolarmente apprezzato il lavoro svolto, in stretto raccordo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che lo ha sostenuto, per la realizzazione di questo interessante progetto di mostra multimediale «Vissi d'arte». Italia nei teatri dell'America Latina.

Luigi Maria Vignali

Direttore Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale


È per me un grande piacere introdurre il catalogo che raccoglie foto e materiale audiovisivo di un progetto pluriennale organizzato dall'IILA - Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana - in collaborazione e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - per celebrare la ricca e interessante storia dei teatri italiani in America Latina.

Tra l'Ottocento e il Novecento furono ideati e costruiti da architetti italiani o italo-discendenti oltre settanta edifici teatrali di stile classico o neoclassico in ben 19 Paesi, la quasi totalità dei Paesi continentali della regione (dal Messico all'Argentina, dall'Honduras all'Uruguay al Venezuela), che hanno plasmato il volto delle città di tutto il Continente. Si tratta di un'importante eredità culturale finora poco conosciuta, che conferma e consolida il profondo legame tra l'Italia e l'America Latina e ci permette di evidenziare gli strettissimi legami identitari reciproci. L'immigrazione italiana ha infatti portato anche amore per l'arte e la bellezza di sapore tutto italiano, che si è manifestato in modo spettacolare nell'ideazione di teatri di straordinaria bellezza e significato.

In questi Paesi saranno esposti le foto e il materiale audiovisivo raccolti in questo bel catalogo, con il convinto sostegno delle nostre Rappresentanze ivi presenti e delle Ambasciate di quei Paesi in Italia. Di particolare significato è naturalmente la prima mostra presso l'Accademia Nazionale di San Luca, a Roma.

Oltre al pregio architettonico, il catalogo della mostra evidenzia la fortissima influenza che gli artisti italiani e gli italo-discendenti hanno esercitato sull'ambiente culturale di tutta l'America Latina, in particolare sulle stesse rappresentazioni teatrali. Le tradizioni teatrali popolari italiane, ricche di storia e profondamente radicate nella cultura del nostro Paese, hanno dunque contribuito a plasmare il panorama artistico latinoamericano.

Il progetto include anche una mostra virtuale e un archivio permanente di materiale audiovisivo. La mostra virtuale, in particolare, oltre ad essere ospitata nelle pagine web dell'IILA e della Farnesina, viene collegata anche ai siti web dei diversi teatri e a quelli degli Istituti Italiani di Cultura presenti nelle città dell'America Latina, al fine di raggiungere un pubblico ancora più ampio e diversificato. L'iniziativa non vuole infatti essere solo una celebrazione del passato, ma invita a una riflessione proiettata nel futuro, in cui i teatri italiani possono continuare a rappresentare fondamentali centri di aggregazione per le comunità italiane e latino-americane. Essi mantengono così una prospettiva multifunzionale, in quanto luoghi di spettacolo, cultura e connessione sociale, contribuendo allo sviluppo sociale delle città in cui sono stati costruiti.

Il sostegno della Farnesina all'iniziativa è volto in definitiva a testimoniare e ribadire le profonde interconnessioni fra Italia e America Latina, grazie a milioni di connazionali i cui figli, nipoti e pronipoti continuano a sentirsi profondamente legati all'Italia. Buon viaggio quindi nel percorso espositivo e attraverso le pagine del catalogo!

María Margarita Segarra Lagunes

Curatrice della mostra


Il fenomeno dell'emigrazione italiana nel Continente Americano tra Otto e Novecento è abbastanza noto: una migrazione capillare, sistematica e continua di centinaia di uomini e donne alla ricerca di nuovi orizzonti, di nuove terre, di nuove opportunità. Meno conosciuta o almeno studiata solo in parte, la storia di quegli artisti, architetti, artigiani, imprenditori - ma anche attori, cantanti, ballerine, musicisti - i quali, sin dai primi decenni del XIX secolo, hanno intrapreso, da soli o accompagnati, lunghe e pericolose traversate per inseguire quel miraggio che prefigurava una vita migliore. Attratti dalla curiosità di esplorare territori sconosciuti e diversi e, in alcuni casi, ancora vergini, oppure sfuggendo da persecuzioni politiche, ma anche, e non ultima, dalla povertà e dalla mancanza di occasioni nella propria terra, sono partiti con la speranza di realizzare qualcosa di significativo in altri territori; sogni che, in Italia, a quel tempo, sarebbero stati loro negati. Portatori del loro talento e del loro genio, ma anche di un mestiere e una perizia imparati dopo anni di duro e rigoroso apprendistato, sia per conto proprio o negli studi privati, sia come allievi delle Accademie italiane di Musica - Verona, Bologna, Roma -, di Danza - Milano, Napoli - o di Belle Arti - Brera, Roma, Parma, Firenze, Venezia -, per citare solo alcune e non solo le più importanti, quegli artefici approdarono in Argentina, in Messico, a Cuba, in Panamá, in Cile, o ancora in Venezuela e in Paraguay e in altri Paesi, per testare le loro conoscenze e provare fortuna.

Sebbene prefigurato o immaginato, l'incontro con il Nuovo Continente riservò loro inattese sorprese: quegli artisti sono rimasti sedotti e affascinati dalla ricchezza della natura, dall'immensità e varietà dei paesaggi, dalle peculiarità della vegetazione e della fauna, dalla ricchezza delle risorse, dal temperamento della gente. Quell'incontro è stato, allo stesso tempo, sconvolgente e stimolante e ha fatto scattare in loro nuove idee che hanno modificato significativamente la propria arte. Hanno lavorato a fianco di artisti locali formando équipes eccezionali, hanno fuso i lessici e i repertori formali appresi in Europa con i nuovi influssi, dando luogo a una produzione diversa, che seppe accogliere le suggestioni dei Paesi, rispondendo, allo stesso tempo, alla domanda di una società che si stava trasformando simultaneamente alle città; le quali, a loro volta, si rinnovavano anche alla luce dei radicali cambiamenti politici che avvenivano senza tregua in quegli anni. Un rinnovamento urbano che prendeva le distanze dalla Spagna o dal Portogallo e cercava suggestioni in Francia - nella Ville lumière, modello di mutamento per eccellenza - ma anche e soprattutto in Italia, considerata, in fin dei conti, la culla dell'arte occidentale in Età moderna.

In questo contesto, gli edifici teatrali incarnano pienamente questi ideali: sono il luogo in cui riversare le aspettative di trasformazione, sono il luogo dello svago per eccellenza, ma anche quello della autorappresentazione della società, dove incontrarsi, dove socializzare, dove interscambiare idee e opinioni, dove festeggiare. Non è quindi un caso, che ci sia una proliferazione di spazi per lo spettacolo a partire dalla seconda metà del XIX secolo, sia nelle grandi città capitali, sia in località remote e minute: teatri di varie dimensioni e per tutti i gusti, fastosi o essenziali, popolari o signorili. L'arrivo di quell'esodo di italiani, nel momento giusto, ha dato frutti straordinari: oggi, molti grandi e piccoli teatri, che hanno visto la collaborazione di artefici italiani in tutti i rami dell'arte e dell'architettura, sono stati dichiarati monumenti protetti dalle legislazioni nazionali dei beni culturali. Sono entrati a far parte del patrimonio delle nazioni e sono l'orgoglio che ben rappresenta l'identità dei luoghi. Questa mostra, «Vissi d'arte». Italia nei teatri dell'America Latina, vuole rendere omaggio a quegli artefici, intrepidi e valorosi, che grazie alla loro capacità, intraprendenza e bravura hanno lasciato un segno in terre lontane, ma è anche una celebrazione delle interrelazioni culturali e artistiche che uniscono e rafforzano i rapporti tra i popoli.

“Realizzato con il contributo della Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale”.